As­si­cu­ra­zio­ni pri­va­te e pan­de­mia

Intervista

La crisi legata al coronavirus ha posto numerose sfide al sistema sanitario, sociale ed economico mondiale. Gli assicuratori sono stati confrontati a nuove domande e, certe volte, a un’incomprensione da parte degli assicurati. Samuele Donnini, Presidente dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA) Sezione Ticino, ci spiega il punto di vista del settore assicurativo.

Signor Donnini, si può assicurare una pandemia?

Una pandemia va oltre i limiti dell'assicurabilità privata: per gli assicuratori, una pandemia rientra fra i cosiddetti rischi cumulativi. Si tratta di rischi che causano un gran numero di danni in un lasso di tempo relativamente breve. Mentre altri eventi di grande entità come gli uragani o i terremoti sono perlomeno limitati a livello regionale, questo non è il caso per una pandemia. Un rischio pandemia non si può diversificare né geograficamente, né da un punto di vista tempistico e i danni superano ampiamente le capacità del settore assicurativo. Nel caso dell’assicurazione interruzione d'esercizio, per esempio, se le imprese fanno valere il diritto al risarcimento dei danni nello stesso momento a livello globale, il principio della diversificazione del rischio, fondamentale per ogni attività assicurativa, non è applicabile.

Come si definisce l’assicurabilità di un rischio?

I prodotti assicurativi devono essere concepiti in funzione della copertura assicurativa scelta e dell'ambito assicurativo, in modo da risultare conformi al rischio sulla base dei requisiti legali e normativi. Nell'ambito dell’evasione dei sinistri sono indennizzabili esclusivamente i danni per i quali sussiste una copertura assicurativa. Questo sistema, i cui ingranaggi sono finemente regolati, non può essere scardinato, neppure in una situazione straordinaria. In pratica, nell’evasione dei sinistri occorre considerare e rispettare le condizioni in base alle quali il prodotto assicurativo viene stipulato.

«Sebbene molti assicuratori disponessero già di modelli di lavoro dinamici, questa crisi ha dato un ulteriore importante spinta alla digitalizzazione.»

Quali sono le sfide del Covid-19 per gli assicuratori?

Dal confinamento della primavera scorsa, il settore si trova di fronte ad una crescita di richieste a cui deve far fronte senza interruzione, nonostante il telelavoro, con la stessa elevata qualità e rapidità che lo ha sempre contraddistinto. Inoltre, sebbene molti assicuratori disponessero già di modelli di lavoro dinamici, questa crisi ha dato un ulteriore importante spinta alla digitalizzazione. Questo particolare contesto ha aperto il campo a nuove opportunità e modificato alcuni processi operativi come quelli legati ai risarcimenti dei danni, alla consulenza ai clienti e al perfezionamento. In qualità di assicuratori, durante il confinamento la nostra priorità era quella di adempiere ai nostri obblighi contrattuali nei confronti dei nostri clienti. Da anni, gli assicuratori versano ogni giorno 139 milioni di franchi per sinistri e rendite, prestazioni che siamo riusciti a garantire anche durante la pandemia. Le nostre società affiliate si sono inoltre dimostrate comprensive e accomodanti nei confronti, in particolare, delle piccole e medie imprese, in una fase di scarsa liquidità.

Samuele Donnini, ASA Ticino

Il 21 ottobre si è tenuta a Bellinzona l'assemblea ordinaria dell'ASA Sezione Ticino, sotto la presidenza di Samuele Donnini.

Concretamente?

Gli assicuratori, nel loro ruolo di proprietari immobiliari, sostengono numerose PMI, ad esempio, concedendo la proroga dei termini di pagamento delle pigioni, la riduzione dell’importo delle pigioni o, in alcuni casi, rinunciando alla riscossione delle pigioni. In tal modo hanno sempre un approccio orientato a soluzioni adeguate alle circostanze, al fine di considerare le diverse necessità dei conduttori. Gran parte degli assicuratori hanno posto in essere un adeguamento provvisorio della procedura di diffida per i premi legati alle attività del ramo non vita. Con la proroga delle diffide per i premi arretrati, gli assicuratori dimostrano la propria disponibilità anche nei confronti delle PMI che soffrono di carenza di liquidità in seguito a perdite di proventi dimostrabili, dovute alla crisi del coronavirus. Anche in questo caso, sono le società stesse a stabilire l’entità di queste misure, adottando un approccio orientato alle situazioni e soluzioni adeguate alle diverse necessità dei loro clienti aziendali. Per il settore assicurativo è quindi importante sostenere i clienti del segmento delle PMI attenuando le loro fasi di carenza di liquidità e tutelando al tempo stesso gli interessi del collettivo degli assicurati.

Quali sono gli insegnamenti di questa pandemia?

La crisi legata al coronavirus ha evidenziato la necessità di cercare soluzioni per poter assicurare i rischi non-assicurabili dal settore privato, per esempio per garantire una copertura nel settore assicurazione interruzione d'esercizio. La soluzione per far fronte a una pandemia in futuro sarà un partenariato pubblico-privato, come nel caso dell'assicurazione contro i danni causati dagli elementi naturali, che raggruppa gli effetti di alcuni eventi naturali a livello nazionale. L’ASA si è impegnata dai primi tempi del lockdown a trovare approcci costruttivi per fronteggiare in modo sostenibile eventuali future crisi pandemiche. La crisi legata al coronavirus ha inoltre evidenziato un incremento delle necessità di sicurezza delle persone e di conseguenza il ruolo centrale del settore assicurativo nella società.

La previdenza viene spesso evidenziata tra le maggiori preoccupazioni degli Svizzeri ed è un altro grande ambito per gli assicuratori privati. Qual è il punto di vista dell’ASA sul disegno di revisione della Legge federale sulla previdenza professionale (LPP) pubblicata dal Consiglio federale fine novembre? 

La riforma della previdenza per la vecchiaia è necessaria e urgente. È un progetto chiave per il futuro della Svizzera. L’evoluzione demografica e gli interessi sugli investimenti di capitale ai minimi storici aumentano la pressione sui contributi. Per un finanziamento o una strutturazione sostenibili, e quindi sicuri a lungo termine, della previdenza per la vecchiaia è necessario che i parametri come l’età di riferimento, l’aliquota di conversione LPP e il tasso d'interesse minimo LPP siano stabiliti in base alle circostanze reali. Il messaggio del Consiglio federale sulla riforma della LPP comprende importanti elementi per la graduale stabilizzazione del secondo pilastro, come la riduzione dell’aliquota minima di conversione LPP al 6,0 percento in un’unica fase. L’ASA non comprende tuttavia perché, malgrado il chiaro esito della procedura di consultazione, il Consiglio federale si attenga al supplemento di rendita forfettario. In questo modo accetta massicci costi supplementari. 

Questa intervista è stata pubblicata nella rivista Ticino Business il 15 dicembre 2020.