«Agire in modo sostenibile significa anche pensare in termini economici»
Con quasi 50000 persone alle sue dipendenze, il settore assicurativo è un attore importante dell'economia elvetica. Per il suo stesso modello operativo orientato a lungo termine la sostenibilità è insita nel suo DNA – afferma Jean-Philippe Moser, vicedirettore dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni (ASA) – e, aggiunge, andrebbe sempre valutata nel suo complesso.
Questa intervista è apparsa nello speciale «Agire in modo sostenibile» di NZZ Sustainable Switzerland il 13 luglio 2024 sulla NZZ.
Con il cambiamento climatico emergono nuovi rischi e, al contempo, esigenze assicurative supplementari. Inoltre le spese per i danni possono essere scaricate sui premi. Allora perché le compagnie d’assicurazione s’interessano alla sostenibilità?
Jean-Philippe Moser: In effetti è compito degli assicuratori coprire i rischi causati dal cambiamento climatico. Non è però nell'interesse di nessuno che si verifichino dei danni. Chi stipula un’assicurazione auto non vuole certo fare un incidente e gli assicuratori sono ben contenti di avere clienti accorti. Lo scopo dell'economia assicurativa è dare il proprio contributo affinché le persone siano in linea con la loro valutazione del rischio e si sentano protette economicamente. In questo il settore di principio ha una prospettiva molto a lungo termine. Assicuriamo rischi futuri e a lungo termine, p. es. nella previdenza per la vecchiaia. Inoltre siamo uno dei primi settori a risentire delle conseguenze del cambiamento climatico. Si ripercuote direttamente sulla nostra attività, come nel caso degli eventi naturali e dei loro danni. Va da sé, quindi, che il nostro settore si impegni a fondo per la sostenibilità e sia fortemente attivo nella prevenzione.
Qual è il contributo che il settore assicurativo può dare alla sostenibilità?
Ognuno di noi può e deve contribuire a una maggiore sostenibilità. Nell’interesse della società di domani – e anche nel proprio interesse. Per gli assicuratori, come per tutte le aziende, sorge la domanda: cosa possiamo fare all’interno della nostra azienda?
A livello aziendale il settore ha già intrapreso molte azioni, dalla gestione dei rifiuti al risanamento energetico degli uffici fino alla riduzione dei viaggi di lavoro. Ma la sostenibilità va promossa anche al di fuori dell’azienda. E anche su questo fronte le azioni non mancano: vengono sovvenzionate cattedre in ambito climatico, vengono avviati e finanziati molti lavori di prevenzione, ecc. Inoltre motiviamo i nostri collaboratori e collaboratrici ad agire responsabilmente in ogni ambito della vita.
Con i soldi che ricevono sotto forma di premi o contributi e che poi investono, gli assicuratori possono esercitare una notevole influenza. Stiamo parlando d’investimenti in capitale dell’ordine di 540 miliardi di franchi circa.
Il settore assicurativo ha una grande responsabilità: usare questo capitale nel modo giusto, a riprova del fatto che la sostenibilità non può essere ridotta al solo aspetto ecologico. Per realizzare rendimenti sul mercato a lungo termine occorre conciliare gli obiettivi ecologici con quelli economici. Per soddisfare le aspettative della clientela occorre garantire rendimenti anche a distanza di anni e decenni, p. es. per finanziare le rendite. Infine, per agire in modo sostenibile occorre pensare anche in termini economici. Un esempio? La decarbonizzazione della nostra società ha un costo. Per sostenerlo le imprese devono guadagnare soldi da allocare in investimenti.
Per quanto riguarda la protezione del clima, le economie di mercato redditizie sono spesso quelle più innovative. Perseguire una sostenibilità ecologica a danno di quella economica è rischioso. Perché la sostenibilità ecologica poggia anche sull’innovazione, che deve essere sostenuta dall’economia di mercato.
Dr. Jean-Philippe Moser, 52 anni, dirige il dipartimento Settori assicurativi ed è vicedirettore dell’Associazione Svizzera d’Assicurazioni ASA.
L'ASA afferma che le agevolazioni fiscali siano essenziali per ottenere i fondi necessari per la decarbonizzazione. In Svizzera esistono già diverse agevolazioni. Cosa chiedete concretamente?
Che lo Stato gestisca i fondi di cui dispone in un'ottica sostenibile. Se viene meno l’equilibrio di un bilancio è possibile abbassare le spese o aumentare le entrate. La ricerca mostra che è più sostenibile abbassare le spese che applicare nuove imposte. Si tratta di gestire attentamente le risorse – tanto ecologiche quanto finanziarie. Un principio importante della sostenibilità consiste nel soddisfare le nostre esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare le loro. Eppure è quello che stiamo facendo: carichiamo un peso enorme sulle spalle delle generazioni future. Anche nelle casse pensioni c’è una ridistribuzione tra le generazioni. Secondo le stime della Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale CAV PP, se si sommano le ridistribuzioni annue dal 2014 al 2022, nell’arco di nove anni sono stati ridistribuiti 45,1 miliardi di franchi dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendite. Questo limita il margine di manovra dei giovani e delle generazioni future, una mossa tutt’altro che sostenibile.
15 assicurazioni private svizzere fanno parte della Net Zero Asset Owner Alliance (NZAOA) delle Nazioni Unite, impegnandosi a rendere i loro portafogli climaticamente neutrali entro il 2050. Che cos’è precisamente un investimento sostenibile?
Alle investitrici e agli investitori è importante presentare in modo chiaro quanto un prodotto corrisponda agli obiettivi di sostenibilità o contribuisca al raggiungimento degli stessi. Puntare su fonti energetiche a basse emissioni di CO2 può favorire gli investimenti nell'energia nucleare, ma alcuni Paesi hanno abbandonato l'energia nucleare per investire nel gas e nel carbone. La politica cambia, e possono cambiare anche la sensibilità e la percezione della sostenibilità. Persino alcune imprese di consulenza per progetti climatici molto riconosciute sono state recentemente criticate. Da un momento all'altro, un’iniziativa lodevole mostra effetti collaterali e non viene più considerata sostenibile. Magari perché non era del tutto imparziale, seguiva severe e precise disposizioni oppure semplicemente perché non era abbastanza estesa.
«Perseguire una sostenibilità ecologica a danno di quella economica è rischioso.»
Come fanno ad orientarsi le assicurazioni?
In ultima analisi non si tratta che di ascoltare le esigenze della clientela e applicare una concezione della sostenibilità. Gran parte della clientela sia privata che aziendale ha maturato una consapevolezza sulla sostenibilità globale ed equilibrata. Perciò è fondamentale impegnarsi chiaramente a favore di una piazza finanziaria sostenibile e procedere per gradi. Per tutti noi una piazza finanziaria prosperosa a lungo termine è di vitale importanza. Uno dei motivi del successo dell’economia svizzera è la partecipazione: non vengono semplicemente imposte decisioni dall’alto bensì le parti interessate si riuniscono e insieme cercano soluzioni. Proprio per questo motivo il Consiglio federale ha invitato gli attori della piazza finanziaria ad ampliare l’autodisciplina nel settore del greenwashing e metterla in pratica congiuntamente. L’Asset Management Association, l’Associazione svizzera dei banchieri e l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni agiscono in stretta collaborazione per contribuire a definire gli standard in materia di sostenibilità.
Più il tema della sostenibilità diventa centrale, più aumentano le normative in materia. Cosa ne pensa?
Siamo arrivati a un punto in cui è necessario chiedersi a cosa servano le singole disposizioni. Negli ultimi anni si è visto un aumento costante della burocrazia. C’è il pericolo che i costi diventino sempre più alti e superino i benefici. La ricerca della sostenibilità non deve finire per diventare una lotta contro il cambiamento climatico a suon di scartoffie. Si tratta di un argomento troppo importante per burocratizzarlo o ridurlo a un’ideologia politica. Più regole non significa necessariamente più sostenibilità, soprattutto non a lungo termine. Anzi, magari è vero il contrario. Soprattutto quando la burocrazia è di ostacolo a innovazioni urgentemente necessarie. E qui torniamo al tema dell’equilibrio: i singoli passi vanno soppesati attentamente. Non si tratta di distinguere i buoni dai cattivi bensì di realizzare una sostenibilità globale. Dovremmo sempre tenere presente il fatto che per garantire il nostro benessere e le nostre conquiste sociali occorre pensare in modo sostenibile e senza paraocchi.