Jürg Stahl, Presidente del Consiglio nazionale
Riunione generale, 29. giugno 2017
Berna
Fa stato la versione orale.
Gentili signore, egregi signori
Anche lo scorso anno gli assicuratori hanno di nuovo investito miliardi nella sicurezza e nel benessere della popolazione. Hanno scommesso grandi somme affinché non si subiscano furti e danni causati da incendi e alluvioni, gli oggetti non vengano rovinati, non si sia vittima di incidenti, non ci si ammali e perfino che non si perda la vita.
Assicurazione e scommesse: in entrambi i casi si tratta della probabilità che si presentino determinati eventi futuri. Ma nessun timore, non sto pianificando un tentativo di assoggettare l'assicurazione alla legge sulle case da gioco perché, nonostante le similitudini di massima, c'è naturalmente un motivo se le compagnie d'assicurazione non sono considerate agenzie di scommesse: esse non promettono rapide vincite, ma più sicurezza; non offrono nuove quote ogni ora, ma premi e prestazioni fissi; non forniscono brevi scariche di adrenalina, ma pianificabilità a lungo termine, non allettano con opportunità di denaro facile, ma puntano sulla possibilità di assicurare i pericoli. In primo piano non figurano svago e divertimento, ma responsabilità e calcolo del rischio. Il cliente non corre il pericolo della dipendenza da gioco, ma viene invece protetto dalla rovina finanziaria. Con questo non voglio però mettere alla gogna il gioco d'azzardo, che ha il suo posto e la sua legittimità, ma intendo soltanto spiegare i diversi obiettivi e motivazioni dei due settori che lavorano con le probabilità di occorrenza. Forse il settore assicurativo, nel suo insieme, non è così «cool» e entusiasmante come quello del gioco d'azzardo, ma è più calmo, solido, duraturo e affidabile. In breve: più svizzero.
È quindi giusto che il ramo assicurativo sia più discreto rispetto ad altri settori. È meno presente nei media e fa raramente notizia. Ciò è positivo e importante e deve rimanere così anche in futuro. Il management e i quadri devono restare con i piedi per terra e, per la credibilità delle loro aziende, prendersi cura di questo settore e della piazza economica svizzera. Per la reputazione delle compagnie d'assicurazione, i salari eccessivi, le strategie aggressive, il circo mediatico e le discussioni pubbliche su questioni personali sarebbero catastrofici. Non sono cose che si collegano al concetto di sicurezza.
Risulta centrale la trasmissione di un senso di sicurezza, il fatto che l'assicurazione punti sulla sicurezza. Con la copertura di rischi, si liberano energie, si promuove l'imprenditoria e si crea autostima. Ciò vale in molti ambiti: nella vita privata, sul lavoro, nello sport.
Voglio chiarire questo aspetto tramite un esempio: immaginiamoci due discesisti e partecipanti alle Olimpiadi con lo stesso talento (l'esempio è scelto a caso)... L'atleta A ha stipulato tutte le assicurazioni del caso (quindi assicurazioni infortuni, responsabilità civile, malattia, nonché assicurazioni sportive specifiche come ad es. responsabilità civile privata, incapacità lavorativa, malattia per viaggi all'estero, ecc.). L'atleta B invece non possiede alcuna assicurazione. Il discesista A potrebbe affrontare la gara decisiva totalmente concentrato e pieno di slancio. Saprebbe che lui e la sua famiglia sarebbero assicurati dal punto di vista finanziario in caso d'emergenza.
Dall'altro lato il discesista B avrebbe sempre paura di infortunarsi in caso di caduta. Ciò avrebbe per lui e la sua famiglia gravi conseguenze finanziarie e potrebbe perfino mettere in pericolo la sua esistenza. Non sarebbe libero dal punto di vista mentale e scierebbe con il freno a mano tirato, solo per non commettere errori fatali. Non è difficile indovinare chi generalmente avrebbe successo.
Il successo, nello sport come nell'economia, non viene raggiunto soltanto con le prestazioni delle singole persone. C'è bisogno di un team ben affiatato e funzionante, di numerose persone, spesso dietro le quinte, che adempiono i loro compiti. Per un entourage che funziona sono necessari anche un senso di sicurezza, la copertura dei rischi e una tutela assicurativa sufficiente.
Ma purtroppo oggi la sicurezza viene spesso percepita come qualcosa di ovvio, come qualcosa che viene garantita automaticamente senza bisogno di fare niente. Non si vogliono spendere soldi per qualcosa che è sempre stato presente. Tuttavia, se una volta accade l'improbabile, un incidente o un danno, naturalmente ci si aspetta sostegno da qualcuno: dalle compagnie d'assicurazione, dallo Stato o da qualcun altro. Questo fenomeno si presenta non soltanto a livello privato, ma anche aziendale. La difesa nazionale deve costare il meno possibile, bisogna rinunciare all'acquisto di grandi armamenti, ma allo stesso tempo si presuppone che la protezione contro il terrorismo, le forze armate nemiche e altre minacce venga in un qualche modo garantita.
Qui la Svizzera è in un certo modo vittima del proprio successo: da molto tempo non subisce grandi sciagure e da secoli non viene attaccata da truppe nemiche. Inoltre, nel nostro Paese il settore assicurativo è per tradizione molto forte. Numerose importanti aziende sono state fondate in Svizzera e gli svizzeri figurano da sempre tra le persone più assicurate del mondo. Guardiamoci però dal ritenere la sicurezza qualcosa da avere senza contropartita.
Desidero cogliere l'occasione per sottolineare l'importanza centrale dell'assicurazione per la nostra economia. Essa rappresenta una parte importante del mercato finanziario e, tramite le tasse, fa fluire molto denaro nelle casse dello Stato. Questo naturalmente a piena soddisfazione del Ministro delle finanze, a cui lascio volentieri l'incombenza di approfondire il tema.
Indipendentemente dalla sua influenza con oltre 200 aziende in Svizzera, quasi 46'000 collaboratori, un volume dei premi di oltre 60 miliardi di franchi e un valore aggiunto lordo di all'incirca 30 miliardi di franchi, il ramo assicurativo ha, per la citata sicurezza che offre, anche un'importanza centrale per le aziende di tutti i settori.
Per dirla con una metafora: contribuisce al settore orologiero svizzero non soltanto con una solida rotella, ma garantisce anche le indispensabili gocce d'olio. Il fatto che il settore orologiero svizzero rispettivamente l'economia svizzera abbiano superato così bene i diversi «shock» e che tutto continui a funzionare senza problemi, è non da ultimo un successo anche del ramo assicurativo. Senza quest'ultimo l'intera economia nazionale subirebbe un rallentamento e tutto si fermerebbe. Ma se l'orologio funziona bene, ci si dimentica velocemente che viene azionato da un meccanismo complesso. Soltanto quando le lancette non segnano più l'ora corretta, si realizza che forse si avrebbe dovuto sottoporlo a un servizio.
Non esiste praticamente alcun ramo economico così legato alla restante economia. Nessun altro, nemmeno la politica, è meglio informato sulle attuali statistiche, sugli ultimi sviluppi e sui trend più recenti. Questi contengono sempre anche nuovi rischi e richiedono valutazioni sul potenziale di pericolo. Con i propri specialisti e analisti, gli assicuratori e i riassicuratori gestiscono una specie di servizio delle attività informative, sempre informato sulle principali tendenze aziendali e tecnologiche. Contemporaneamente gli agenti assicurativi osservano i cambiamenti nel piccolo, le preoccupazioni e gli stati d'animo nella popolazione. Così il settore assicurativo rimane al passo con i tempi. Gli assicuratori conoscono al meglio non soltanto i temi che li concernono direttamente come ad esempio la riforma della previdenza per la vecchiaia, ma anche innumerevoli settori da cui sono toccati solo marginalmente.
Di conseguenza, anche i miei colleghi di Berna e io, rispettivamente quanto succede nel Parlamento, veniamo naturalmente osservati con attenzione. Potrei scommettere che avete già calcolato esattamente quali dei prossimi progetti potrebbero essere approvati e quali no. Qualche suggerimento è ben accetto...